Dalla regolare circolazione del sangue al ritmo del sonno, dal metabolismo delle ossa allo sviluppo del sistema nervoso, sono diverse le funzioni vitali nelle quali è coinvolta la tiroide, un organo piccolo ma essenziale per l’organismo. Per conoscerlo meglio e individuare in tempo i sintomi di eventuali problemi, dal 20 al 26 maggio si celebra la Settimana mondiale della tiroide 2019.

Nel Salento, grazie all’impegno della ASL Lecce, la Città di Poggiardo, e l’associazione SOS per la Vita Onlus e lo Sportello di Poggiardo, presso il Poliambulatorio Distretto Socio-Sanitario del Comune di Poggiardo, in via F. Pispico (Ex Ospedale) si potrà richiedere, conoscere ed approfondire lo Screening gratuito delle malattie tiroidee.

Per informazioni: 0836 908341
Dal LUN 20 a VEN 24 Maggio 2019

Mattina: dalle ore 10:00 alle ore 13:00
Pomeriggio: dalle ore 15:30 alle ore 17:30

Brochure settimana della tiroide

Io amo la mia tiroide

La tiroide è una ghiandola piccola, ma molto importante perché esercita funzioni critiche durante tutto l’arco della vita. Infatti, gli ormoni prodotti dalla tiroide regolano l’ accrescimento e lo sviluppo del sistema nervoso nel bambino e in tutte le età agiscono sui sistemi cardiovascolare e osseo, sul metabolismo lipidico, glucidico e sul mantenimento dell’omeostasi energetica. Una riduzione (ipotiroidismo) o un eccesso (ipertiroidismo) del funzionamento della tiroide alterano tutti questi processi.

Amare la propria tiroide significa prevenire e diagnosticare precocemente le malattie della tiroide che si possono curare facilmente ripristinando il benessere della persona.

 

Quali sono le cause  delle malattie della tiroide?

La carenza iodica insieme ad una predisposizione genetica sono le cause più frequenti di patologia nodulare della tiroide.

Il 50-60% della popolazione generale presenta noduli  di piccole dimensioni all’esame ecografico, mentre nel 5% dei soggetti i noduli tiroidei sono palpabili. I noduli si possono presentare isolati o nell’ambito di una tiroide ingrandita (gozzo). Lo iodio è il costituente essenziale dell’ormone tiroideo e viene introdotto nell’organismo con gli alimenti che generalmente ne contengono basse concentrazioni. La carenza iodica può provocare, a seconda dell’età della vita in cui si verifica e dell’entità, riduzione del quoziente intellettivo, deficit neurologici “minori”, gozzo, formazione di noduli o ipertiroidismo. Per prevenire la carenza di iodio è necessario consumare  in maniera varia e quotidiana cibi a più alto contenuto di questo micronutriente (pesce, latte e formaggi) e soprattutto fare uso di moderate quantità di sale arricchito di iodio (sale iodato). Durante la gravidanza e l’allattamento le donne hanno bisogno di un apporto maggiore di iodio. Pertanto nelle aree iodocarenti, le donne oltre ad utilizzare con regolarità il sale iodato, dovrebbero assumere una quantità supplementare di iodio ricorrendo a specifiche integrazioni (per esempio multivitaminico materno).

Di frequente riscontro sono anche le alterazioni della funzione tiroidea.

L’ipotiroidismo è presente in forma lieve in quasi il 5% della popolazione e arriva al 10% nelle donne sopra i 60 anni.

La causa più frequente di ipotiroidismo è di origine autoimmune (tiroidite cronica di Hashimoto)  ed ha una forte predisposizione genetica.

L’ ipertiroidismo franco colpisce fino al 2-3% delle donne e raggiunge una prevalenza del 4-6% nelle forme più lievi. L’ipertiroidismo può avere un’origine autoimmune (morbo di Basedow) ed in questo caso colpisce soprattutto le donne in età giovane/adulta oppure può essere causato da noduli tiroidei iperfunzionanti (gozzo multinodulare tossico) specialmente nella popolazione più anziana proveniente da aree iodocarenti ed in questo caso colpisce in egual misura maschi e femmine.

Chi sono i soggetti più a rischio per le alterazioni della funzione tiroidea e delle sue conseguenze?

E’ necessario identificare e sorvegliare alcuni popolazioni a rischio per patologia tiroidea. In particolare è consigliato uno studio della funzione tiroidea in:

  • donne in età fertile che programmano una gravidanza e che abbiano una delle seguenti condizioni:  parenti di primo grado con ipertiroidismo o ipotiroidismo, storia di tireopatia pregressa, presenza di anticorpi antitiroide o di altre patologie autoimmuni, diabete tipo 1, assunzione di farmaci ad azione antitiroidea, residenza in aree a carenza iodica.
  • soggetti anziani nei quali le disfunzioni tiroidee anche lievi possono avere effetti dannosi sul sistema cardiovascolare. L’ipotiroidismo

    va ricercato in quelli che hanno disturbi metabolici e cardiovascolari, mentre l’ipertiroidismo, che può avere sintomi sfumati, va ricercato in caso di calo ponderale, insorgenza di fibrillazione atriale e riduzione della massa muscolare.

 

Come diagnosticare precocemente e curare efficacemente le malattie  tiroidee?

Al giorno d’oggi l’esame più frequentemente utilizzato nella diagnosi delle malattie tiroidee è l’ecografia. Lo screening ecografico universale non è tuttavia consigliato poiché, rilevando anche noduli clinicamente non significativi, può destare inutili preoccupazioni e non è giustificato vista la bassa percentuale di tumori maligni nell’ambito della patologia nodulare (meno del 5% di tutti i noduli tiroidei).Un dosaggio dell’ormone TSH  permette di sospettare un’alterazione della funzione tiroidea (ipotiroidismo e ipertiroidismo) da confermare con indagini più specialistiche.

L’ipotiroidismo si corregge facilmente con l’assunzione di ormone tiroideo (levotiroxinacon l’obiettivo sia di normalizzare i valori ormonali che di correggere i  suoi sintomi con ripristino del pieno benessere.Oggi è disponibile un’ampia gamma di formulazioni della levotiroxina, dalle classiche compresse, alle capsule molli e alle fiale liquide per uso orale che consentono un adattamento alle esigenze del singolo paziente.L’ipertiroidismo si cura con farmaci che bloccano la produzione ormonale e, nei casi in cui è richiesto il trattamento definitivo, mediante terapia radiometabolica con radioiodio o intervento chirurgico di tiroidectomia.

Il gozzo nodulare è quasi sempre benigno e necessita solo di regolari controlli nel tempo.

Nella patologia nodulare si può ricorrere alla chirurgia che oggi si è molto evoluta sia nelle indicazioni (non operare se non si è sicuri del beneficio) sia nella tecnica (introduzione della chirurgia mini-invasiva e robotica). I noduli maligni della tiroide possono essere curati con successo nella maggior parte dei casi mediante tiroidectomia associata in casi selezionati alla terapia radiometabolica con radioiodio.